
è chiaramente quella della propria famiglia, così come la ricetta del ragù o quella della parmigiana di melanzane... quella di nonna, o di mamma o di zia è la migliore, la vera, l'originale...credo che sia così un po' con tutte le ricette tradizionali.
Si ma che fare se la mamma non la ricorda perchè faceva "ad occhio" e perchè sono anni che non li fa perchè li porta la zia? Chiamiamo la zia... ad occhio anche lei. Proviamo con la suocera che è brava in cucina (non mi piace chiamarla suocera...) troppi ingredienti, non ne ricordavo così tanti...allora provo con internet, lasciamo stare... alla fine, taglia, copia, cuci incolla... ECCO LA MIA... per essere la prima volta niente male direi!
Gli struffoli hanno una storia...hanno addirittura un sito internet, e da qui ve la riassumo:Pare che nel Golfo di Napoli ce li abbiano portati i Greci, al tempo di Partenope. E dal greco deriverebbe il nome “struffolo”: precisamente dalla parola “strongoulos”, arrotondato. Sempre in greco, la parola “pristòs” significa tagliato. Per assonanza, uno “strongoulos pristòs”, cioè una pallina rotonda tagliata: vale a dire lo struffolo, nella Magna Grecia è diventata “strangolapre(ve)te”: il nome che si dà a degli gnocchetti supercompatti, in grado di “strozzare” gli avidi membri del clero.
Ingredienti:
300 g di farina
(io il molino chiavazza)3 uova
2 cucchiai di zucchero
la buccia grattugiata di 1 limone non trattato
1 pizzico di sale
1 bicchierino di limoncello (o strega, o anche anice ma a me non piace)
miele e confettini per guarnire (anche canditi a chi piacciono)
olio per friggere
procedimento:
Disponete a fontana la farina, mettete al centro tutti gli ingredienti e mescolate avendo cura di non farli fuoriuscire dal centro (foto 1), impastate bene, formate un panetto e fatelo riposare circa 15 minuti (foto 2). Prendete dei piccoli pezzi di impasto, fotmate delle strisce sottili e tagliate tanti piccoli pezzettini (molto piccoli perchè si gonfieranno), aiutatevi con la farina per non farli attaccare (foto 3).
Friggete in abbondante olio, potrebbe fuoriuscirne un pò ...ma tanto dovete pulire no? (foto 4)
Basta molto poco, devono solo imbiondire, poi scolateli e metteteli su carta assorbente.
In una pentola fate scaldare il miele con un po' di zucchero per farlo caramellare (foto 5) tuffate dentro gli struffoli e mescolate bene (foto 6). Disponete su di un piatto da portata, io li ho disposti a ciambella aiutandomi con un bicchiere (foto 7) sono sempre alle prime armi!!!!

Aggiungete i confettini e i canditi e.....TANTI AUGURI!
Questi sono insieme al pandoro gli unici dolci natalizi che mi piacciono ^_^!

Con questa ricetta tipica del Natale di Napoli, partecipo al contest di
Simona's Kitchen,

dove bisogna abbinare ad una ricetta tipica un'opera d'arte, un monumento della propria città...peccato si possa partecipare con una sola ricetta perchè, non me ne voglia nessuno, ma Napoli è piena di opere d'arte, ed è stato difficilissimo sceglierne una sola.. alla fine ho scelto il CASTEL DELL'OVO... al momento l'unica foto che ho sul pc è questa (com'era piccolo Marco)

queste invece sono due foto prese da internet... per trovare le mie dovrei collegare l'hard disk esterno... appena riesco le sostituisco, nel frattempo volevo mostrare a chi non lo conoscesse la bellezza di questo castello da vicino:

e col suo bellissimo sfondo col vesuvio!

Il Castel dell'Ovo sorge sull'isolotto roccioso di Megaride, formato da due faraglioni uniti tra loro da un arco naturale; un piccolo ponte congiunge l'isolotto a via Partenope, che porta il nome della leggendaria Sirena.
Il nome del catello è legato ad una leggenda:
Virgilio, il poeta latino che nel medioevo era considerato anche un mago, nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Partecipo inoltre al contest della
cultura del frumento:

MI SA CHE IN ABRUZZO QUESTO E' UN DOLCE TIPICO DI CARNEVALE: LA CICERCHIATA!